Prima di uscire di casa Anna controlla sempre che il gas sia ben chiuso. Abbassa le tapparelle
in cucina lasciando le finestre aperte per far entrare un po' d'aria. Un ultimo sguardo verso la
cucina prima di andare a prendere l'autobus. I tempi sono calcolati alla perfezione, nel rituale
quotidiano che si ripete costantemente da un anno. Anna ha 57 anni e la mattina alle 11 esce di
casa per andare dal tabaccaio e comprare il gratta e vinci.
Luca accende il pc e digita sulla tastiera film, nuove uscite in streaming. Il motore di ricerca
gli restituisce circa 663.000 risultati in 48 secondi. Lui clicca su uno dei primi della lista,
scorrendo velocemente i titoli delle pellicole: Pirati dei Caraibi, Wonderwoman, La
Mummia... poi scatta fuori il popup di un sito di scommesse online. Un click per sbaglio e
dalle casse del computer parte la voce di un uomo: "Incredibile, ho vinto 5.000 mila euro in
una settimana con questo semplice trucchetto". Luca ha 16 anni e gioca al bingo online.
Marco si mette le mani in tasca e tira fuori gli spicci. Si siede su uno sgabello alto che lo
costringe a tenere un piede a terra per non cascare in avanti. Rigira tra le mani una moneta e la
inserisce dentro una fessura, seguendo l'incavo metallico. Davanti a lui iniziano a ruotare
velocemente delle figure, alcune uguali. Devono stare nella stessa fila per essere eliminate,
avanti. Se il gettone giallo scende di due posti è fatta, avanti. Un sorso veloce alla bottiglia
d'acqua e altri gettoni che scendono metallicamente giù, ancora. Marco ha 31 anni e 4 anni
gioca d'azzardo alle slot machine.
Italia decadente
Il gioco d'azzardo in Italia vale 96 miliardi di euro, 260 milioni al giorno, 3.012 euro al
secondo. Crisi e mancanza di lavoro hanno rigonfiato il mercato delle slot e delle scommesse
facili di anno in anno. Secondo il report dell'Agenzia dei Monopoli, pubblicata nel fascicolo
"Libro Blu", nel 2016 l'azzardo è aumentato del 8% rispetto al 2015: sono stati spesi 7 miliardi
in più rispetto al vecchio triste record degli 88 miliardi di un anno prima.
In nove anni le spese degli italiani nel gioco d'azzardo si sono sestuplicate: nel 1998, infatti, lo
Stato ha incassato 24.244 miliardi di lire, pari a 15,8 miliardi di euro. L'Economist inserisce il
nostro Paese al nono posto al mondo per perdite di denaro da parte dei giocatori adulti nel
gioco d’azzardo legale. E il quarto per volume delle perdite su scala nazionale: 19 miliardi di
dollari. Peggio di noi fanno solo gli Usa (dove il business si concentra nelle grandi metropoli
dell'azzardo come Las Vegas e Atlantic City), Cina e Giappone (che hanno un numero di
abitanti assai diverso dal nostro).
La situazione non migliora se si punta la lente d'ingrandimento sulle regioni. In Italia il triste
primato va alla Lombardia, seguito da Piemonte e Veneto.
Anche in Friuli Venezia Giulia si è registrato un sensibile aumento dell'azzardo: nel 2016
sono stasi spesi 1.348 milioni di euro. Nella nostra regione sono state installate oltre 9.500 slot
machine (300 in più rispetto alla rilevazione precedente) e le persone in cura da dipendenza
d'azzardo sono 421.
Il report pubblicato dall'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli fotografa la situazione, regione
per regione, dei prodotti d'azzardo. Ecco quella del Friuli Venezia Giulia
- 4 sale bing
- 170 punti vendita di concorsi e pronostici
- 704 punti vendita Gntn (giochi numerici e totalizzatore nazionale - Superenalotto, SuperStar, Win4life...)
- 77 punti di gioco ippico
- 70 negozi di gioco sportivo
- 658 ricevitorie lotto
- 1.246 punti vendita lotterie
L'incoerenza dello Stato: prevenire e battere cassa
Con la crisi economica la produzione di gioco d'azzardo si è moltiplicata e gli effetti hanno
inciso sulle tasche delle famiglie e sulle entrate dello Stato. Il 12% degli introiti del "gioco
lecito" (ovvero quello legittimato dal corpo normativo italiano) finiscono direttamente nelle
casse italiane. Un numero che non tiene conto dell'aumento costante di concessioni a sale slot,
bar e punti vendita lotto.
Gli interessi economici sono talmente forti che lo Stato si ritrova a viaggiare su due velocità:
da un lato promuove la lotta alla ludopatia, dall'altro aumenta la pubblicità e incassa dagli
esercenti. Nel giro di venti anni il fenomeno della ludopatia è passato da pochi casi a migliaia
di persone in terapia.
Le slot machine non sono illegali, il bingo non è illegale così come non lo sono i gratta e vinci
e le sale dei videopoker. Eppure la maggior parte dei pazienti dei centri per le dipendenze del
gioco d'azzardo arrivano da una compulsiva esperienza di gioco di consumo d'azzardo in
forma legale.
Giù la maschera, allora. Gli interessi economici sono forti e radicati, soprattutto in un
momento storico dove perseguire le entrate (e si parla di miliardi di euro) sono un obiettivo da
perseguire, non tanto un cammino da intraprendere. Un atteggiamento che si potrebbe definire
addirittura "schizofrenico" se si vanno a guardare regolamenti e le leggi regionali che, per
quanto possano sforzarsi, hanno un campo d'azione limitato prima dell'aut delle norme statali.
Le normative regionali. In Friuli Venezia Giulia si discuterà a breve di alcuni emendamenti
alla legge del 14 febbraio 2014, il testo per la prevenzione, il trattamento e il contrasto della
dipendenza da gioco d'azzardo. Trieste ha decso di fare la sua parte: zero euro agli esercizi che
si dotano di macchinette, contributi premiali per i negozi "Slot Free Fvg".
Non solo. La Regione ha previsto un rincaro dell'aliquota Irap elevata allo 0,92%, il massimo
consentito dalla legge finanziaria, a partire dal primo gennaio 2018. Viceversa chi farà a meno
di slot e videolottery potrà avere una riduzione pari alla stessa percentuale.
Un altro emendamento importante la distanza (al momento di 500 metri ma si discute per
aumentare il raggio) tra i punti sensibili (scuole, punti ricreativi, chiese, ospedali ma anche
stazioni ferroviarie) e gli esercizi d'azzardo.
Questa misurà sarà retroattiva per cui bar e tabaccaio che sono nel raggio d'azione dovranno
smontare le apparecchiature entro tre anni. Il periodo cresce a cinque per le sale scommesse.
"Alcuni pensano che sia meglio spostare le sale fuori dal centro abitato per allontanare il
problema - spiega Silvana Cremaschi , neuropsichiatra e consigliere regionale Pd- In realtà
parlando con alcuni esercenti e tabaccai abbiamo capito che potrebbe essere una mossa
sbagliata. il giocatore d'azzardo si sente al sicuro se si allontana dai luoghi che frequenta
abitualmente". È fondamentale, infatti, il cosiddetto "controllo sociale", quel meccanismo che
spinge la persona con dipendenza a regolare i propri impulsi per il timore di essere vista da
parenti e amici.
Non e' un gioco, e' azzardo
La dimensione del gioco (e del rischio) è comune agli animali, compreso l'essere umano. Fin
da piccoli ci lanciamo in piccole sfide per dimostrare a noi stessi, e agli altri, che siamo capaci
di superare un limite tramite la ricerca e la sperimentazione di uno stimolo gratificante. Questo
atteggiamento è fisiologico: la dopamina raggiunge il nostro cervello, gli stimoli piacevoli
vengono registrati e successivamente ricercati in comportamenti simili.
Ma a differenza del gioco e del "superamento di se stessi", il gioco d'azzardo cancella tutte le
caratteristiche positive della sfida: le abilità fisiche, la memoria, la programmazione, la
previsione dell'altrui azione, il calcolo e l'intuizione. Questi elementi sono riscontrabili in
qualunque tipo di attività ludica (il termine aleatorio deriva proprio da alea, dado così come la
parola azzardo deriva dal francese hasard e dall'arabo az-zahr). Peccato che, al giocatore
d'azzardo moderno, vengano meno le peculiarità positive. E quello che resta è solo fortuna e
una drammatica relazione solitaria con il destino.
Questo brivido risponde al bisogno di cambiamento della vita. "Vincere al gioco, superarsi
non è un desiderio negativo - spiega la dottoressa Cremaschi - L'imbroglio nasce quando l'idea
di farcela cancella la consapevolezza della conseguenza: perdere è inevitabile". Le persone
che giocano d'azzardo dimenticano una grande realtà: le slot machine, le scommesse online, i
giochi elettronici sono fatti per avere un solo vincitore ed è il proprietario delle macchinette.
Nessun altro.
Intorno al gioco d'azzardo, anche quello disciplinato dalle leggi statali, si è sviluppata sia la
microcrimininalità dei furti e dell'usura ma anche un sistema più organizzato. Le mafie sono
da sempre interessate al settore del gioco che rappresenta un modo sicuro per riciclare denaro
sporco e di facile guadagno. In Emilia Romagna la 'Ndrangheta ha allungato i suoi tentacoli
sulle slot machine. Per l'inchiesta Black Monkey sono stati arrestati i membri del clan
capeggiato da Nicola Rocco Femia, gli stessi che hanno minacciato di morte il giornalista
Giovanni Tizian, all'epoca cronista della Gazzetta di Modena. |