22/12/2018
 Avvenire
 Da Bergamo ad Anacapri, funziona il giro di vite
 Perché i Comuni virtuosi hanno già vinto la sfida.
  
 

Tra le buone notizie di questo finale di 2018 si possono annoverare le regole sul gioco d’ azzardo che le sentenze della magistratura stanno, di fatto, riscrivendo: a favore dell’ interesse pubblico e del bene comune. Confermati molti regolamenti delle amministrazioni municipali e le fondamentali leggi delle Regioni.
Chiamati in giudizio, per ottenere la cancellazione delle norme emanate nei campanili a tutela della salute dei cittadini, i sindaci la spuntano, ormai sempre. A Roma, a Milano, a Napoli e nei piccoli centri. Avanti così dunque, nel ‘combinato disposto’ del divieto assoluto di pubblicità e di sponsorizzazioni che dal primo gennaio entrerà in vigore. Ma sono davvero utili i provvedimenti dei Comuni? E le leggi regionali possono in effetti incidere sulla ‘resistibile ascesa’ della scommessa di Stato? Qui parlano i dati, e con una evidenza schiacciante. Prendiamo due casi emblematici, che conosciamo da vicino per averci lavorato personalmente.
Il capoluogo Bergamo e il Comune di 7mila anime di Anacapri. Quest’ ultimo guarda dall’ alto il secondo Comune dell’ isola perla del Mediterraneo, Capri.
Partiamo anzi dal risultato, davvero emblematico, del paradiso dei Faraglioni, perché le regole dettate dal sindaco Franco Cerrotta (e avallate dagli anacapresi, consultati con un referendum sono d’ insegnamento generale. Dal primo giorno dell’ anno 2016 il Comune ha delocalizzato a più di 500 metri dai ‘luoghi sensibili’ le installazioni di slot machine e delle Vlt, che sono una variante delle prime. Abbiamo l’ opportunità di tagliare il nodo gordiano dello stupido dilemma proibizionismo-antiproibizionismo lasciando la parola ai dati, e al confronto tra due località – Capri e Anacapri – racchiuse nello stesso scrigno, l’ isola. Settemila abitanti l’ uno e più o meno gli stessi, l’ altro. Turistici e ad affollamento stagionale, entrambi. In sintesi, nel Comune di Anacapri non si gioca più alle slot machine da tre anni, ma invece del travaso dalle ‘macchinette’ alle altre forme di scommesse (come preconizzava qualcuno) si sono ridotti anche i consumi di ‘Gratta e Vinci’, di scommesse, di gioco del lotto, che pur non sono limitati dal regolamento. Il bello è che persino l’ azzardo on- line è diminuito. E quasi nessuna persona ha fatto il pendolare verso le slot machine di Capri. Conclusione? Un messaggio chiaro e univoco dell’ amministrazione civica ha indotto i cittadini davvero al ‘gioco responsabile’, a prendere sul serio ‘gioca senza esagerare’. Meno due terzi di dissipazione in 24 mesi (dati a fine 2017) e probabilmente ancora discesa quando arriveranno i dati a consuntivo del 2018. A Capri tutti gli azzardi si sono incrementati della stessa percentuale media della provincia di Napoli.
Bilancio lusinghiero anche a Bergamo. Avevamo creato per il Comune un sistema integrato per giungere al regolamento e dunque a nuove tutele. Analisi sul campo dell’ impatto, stesura degli articoli delle norme, supporto al Comune nella resistenza verso i cinque ricorsi al Tar dei concessionari.
Lottomatica, aiutata da Crepet pro-veritate e dalla professoressa Luisa Torchia, dell’ Istituto di Ricerche sulla Pa, ha perso. E le regole sono restate in piedi. La macchina dell’ azzardo dal primo luglio 2016 a oggi si spegne al mattino tra le 7:30 alle 9:30, quindi di nuovo stop tra le 12 e le 14 e infine pausa per l’ ora di cena (19-21).
Salvi i bioritmi delle persone dall’ interferenza del gambling.
Un po’ di pace ai rapporti interpersonali e per guardarsi in volto a tavola in famiglia. E le macchine automatiche? Meno 24,4 per cento di funzionamento (e di corrispondenti soldi usciti dai bilanci di famiglia) per quelle nei bar. E quasi meno 7 per cento per le altre nelle sale attrezzate e impattanti delle cosiddette Videolottery. E dove non si è fatto quasi niente, com’ è andata?
Negli altri Comuni della provincia è aumentato ancora il consumo d’ azzardo, per ben 9 punti percentuali.
Cosa significa tutto questo?
Molte implicazioni. Ne scegliamo una: solo con le istituzioni che agiscono per l’ interesse pubblico si scrivono le regole di tutela. Con coraggio il Piemonte ha tenuto fede alla legge approvata – e in effetti è la più avanzata in Italia – e dal 10 dicembre 2017 ha fatto spostare i luoghi dell’ azzardo dal seno dei quartieri urbani.
Mezzo miliardo in meno di consumo tossico nel 2018. La fermezza mostrata dal presidente di Regione, Sergio Chiamparino, ha vanificato sia le pressioni a procrastinare la vigenza delle norme e sia le pretestuose eccezioni di costituzionalità. Tutto all’ opposto di quanto avvenuto in Liguria e Puglia, a esempio. Ma la spinta morale-culturale – ben associata con la competenza tecnica – può essere vincente per un ripristino del buon senso, e per lasciare spazio al bene comune.

Scritto da: Valeria Carrella e Maurizio Fiasco