| 15/01/2021 |
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| Rolando de Luca: Terapia di gruppo ai tempi del Covid. Centosessanta sedute su Skype da marzo a giugno 2020. Edizione Agita, 96 pagine. In formato PDF |
| Recensione tratta da "Rivista Gioco Eccessivo Gruppo Azzardo Canton Ticino Svizzera numero 250 gennaio 2021" |
| De Luca è un pioniere nel campo del GAP e nel campo della terapia di gruppo e famigliare. In questa modali- tà è diventato un maestro. Al momento del confinamento primaverile ha dovuto reinventarsi. Giustamente, si è detto che doveva seguire gli ordinamenti del Paese, ma anche salvaguardare i suoi pazienti. Trovare una soluzione non era evidente. Da un ostacolo, è riuscito a trarre una risorsa. La tecnica metteva a disposizione uno strumento di comunicazione “in absentia”, fisicamente, ma “in praesentia”, perché c’è l’immagine, c’è la parola, c’è il gruppo. Si tratta di Skype, o di altri strumenti elettronici. Ma il fatto di non “esserci” fisicamente mutava alcuni elementi delle usuali modalità dell’incontro. Eppure, dopo le prime esitazioni, ha funzionato. Forse perché erano persone che si conoscevano, ma durante il confinamento sono entrati anche nuovi partecipanti. Con successo.
Dopo ogni incontro, De Luca ha scritto le sue note. Per capire che cosa fosse successo, come, e perché. 27 capitoli. 27 osservazioni, impressioni, riflessioni. Sarà utile in futuro sondare e registrare anche il vissuto e le opinioni degli altri partecipanti. Ma tant’è: De Luca è un pioniere, e la sua opinione ha un peso non indiffe- rente, in grado di indirizzare le riflessioni di altri, che, come me, si sono posti il medesimo problema. È una modalità che richiede l’assenso e un minimo di “allenamento” anche solo tecnico da parte dei partecipanti. Sono gruppi terapeutici “virtuali”, che però funzionano come gli altri gruppi. Sembrano a volte facilitare l’e- spressione dei sentimenti. Di più facile accesso anche a chi abita lontano: non c’è più un viaggio da affron- tare, magari in un periodo dal clima inclemente. I confinamenti non contano. Sono meno soggetti ai “mordi e fuggi”. Non è un gruppo di serie B. La presenza virtuale facilita l’attenzione. I gruppi “complicati” sono tali per via delle interazioni dei partecipanti, non per via di Skype. Rimane il sogno di incontrarsi: una modalità non esclude l’altra, ma la completa, e la rafforza. Anche De Luca, dopo l’estate, ha dovuto ricominciare con Skype. Fino a quando, non si sa.
Oggi io stesso, dopo simili esperienze, mi chiedo perché dovremmo obbligatoriamente ritornare a gruppi terapeutici “in praesentia”. I gruppi online permettono la frequenza di persone che abitano anche molto lontano, in ogni stagione dell’anno. Sono efficaci. E non escludono momenti di incontro fisico. Un pioniere sperimenta una modalità nuova. Sono certo che avrà dei discepoli, attenti ai vantaggi specifici offerti dalla nuova modalità di incontro e di lavoro. |
Scritto da: | Tazio Carlevaro |