Mi occupo di gioco d’azzardo dal 1993. Alla fine del secolo scorso, mi ci vollero più di tre anni per trovare un giocatore d’azzardo in Friuli Venezia Giulia e altri due per avviare il primo gruppo di terapia a Campoformido. Allora, nella nostra Regione e in Italia, il gioco d’azzardo era un fenomeno marginale.
Oggi, con l’avvenuta legalizzazione dell’azzardo, secondo i dati dell’Istituto superiore di Sanità aggiornati al 2018, 1.500.000 persone sono affette da gioco d’azzardo patologico e altre 1.400.000 hanno comportamenti a rischio moderato. Inoltre, nonostante i divieti, almeno il 29% dei minorenni gioca d’azzardo e il 6.5% di questi mostra problematiche a rischio patologico.
Il gioco d’azzardo impatta negativamente anche su chiunque sia in relazione con il giocatore: familiari, parenti, amici, datori di lavoro,colleghi,dipendenti,clienti. Tra i familiari,subiscono conseguenze negative anche soggetti fragili,come ad esempio i figli minorenni. Ricerche scientifiche accreditate condotte su popolazioni estere dimostrano un “danno collaterale” per almeno cinque persone attorno ad ogni giocatore. Parliamo di almeno 7.500.000 persone vittime di “gioco d’azzardo passivo”, considerando solo i giocatori patologici. In totale, l’azzardo in Italia coinvolge quindi attualmente almeno 9 milioni di persone.
L’impatto sulla qualità della vita e sulla salute dei giocatori e dei loro prossimi è molteplice: danni finanziari,indebitamento, relazioni compromesse, aumento dei conflitti, disagio psicologico, dipendenze, aumento della mortalità, problemi lavorativi e scolastici, trascuratezza delle responsabilità e azioni criminali. Negli ultimi anni, inoltre, i quadri clinici e familiari presenti al momento della richiesta di aiuto sono più drammatici e necessitano di strutture terapeutiche specializzate e prese in carico non solo formali, che a macchia di leopardo e in grave ritardo rispetto alla dilagante diffusione del disturbo stanno cominciando ad organizzardi nel nostro Paese.
Quest’anno, il fatturato dell’azzardo legale in Italia supererà i 160 miliardi di euro, con una cifra complessiva azzardata dal 2000 che nei prossimi anni supererà i duemila miliardi di euro. Da diversi anni è diventato la prima attività economica italiana, di gran lunga superiore per giro d’affari ed utili a Enel, ENI e Poste Italiane. L’azzardo di Stato, venduto come innocente divertimento, è diventato un fenomeno sociale fuori controllo le cui esternalità negative vengono sottaciute,banalizzate e minimizzate. Nonostante la gravità, il gioco d’azzardo ha subito una normalizzazione comunicativa e politica, scomparendo dall’agenda dell’informazione e del parlamento. Si rafforzano posizioni oramai preponderanti, atte anche ad indebolire l’attuale legge che vieta la pubblicità (basta assistere ad una partita di calcio in televisione per rendersi conto di come la legge venga costantemente aggirata).
L’ultima deriva riguarda la Conferenza delle Regioni – organismo collegato alla più nota Conferenza Stato Regioni – che ha proposto la compartecipazione regionale del 5% sui proventi del gioco d’azzardo.
Se questa proposta verrà approvata (e purtroppo nessuna Regione, al di là dell’orientamento politico, sembra contraria,ma anzi grandi regioni come ad esempio la Lombardia hanno già deliberato parere positivo), le Regioni annulleranno le già scarse tutele per i cittadini,indeboliranno le azioni coraggiose intraprese da moltissimi sindaci che hanno cercato con ordinanze e regolamenti di contenere l’azzardo nel loro territorio,contribuendo all’impoverimento della comunità. In pochi anni, ciò potrebbe far superare i 200 miliardi di euro annui di soldi raccolti dall’azzardo, con conseguenze sociali devastanti. Queste politiche antidemocratiche stanno trasformando l’Italia in un grande casinò diffuso capillarmente su tutto il territorio nazionale, a discapito dei cittadini, per mano delle stesse Istituzioni che dovrebbero tutelarli. Sarebbe doveroso da parte delle Regioni prendere una posizione inequivocabile, a partire dal rifiuto della compartecipazione ai proventi di questo Casinò nazionale, pretendendo invece un deciso cambio di passo della politica nazionale.
Rolando De Luca
Psicologo Psicoterapeuta
Responsabile del Centro di Terapia per ex giocatori d’azzardo e loro familiari di Campoformido/Faedis
www.sosazzardo.it